Non per il potere by Alexander Langer

Non per il potere by Alexander Langer

autore:Alexander Langer
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2012-05-16T16:00:00+00:00


Turismo, un boomerang4

In agosto l’Italia è in vacanza. Tutti i tentativi di diluire almeno un poco la spropositata e certo controproducente concentrazione delle ferie, attraverso una programmazione più razionale e lo scaglionamento nelle aziende, nelle scuole, nelle amministrazioni e nelle diverse regioni, sono finora falliti. Le grandi fabbriche dell’Italia del Nord, a cominciare dalla Fiat, chiudono i cancelli tra fine luglio e inizio agosto per tre settimane; lo stesso fanno le ditte fornitrici e in generale l’apparato produttivo nel suo insieme. Non diversa è la situazione nei templi della burocrazia e nelle grandi strutture di servizi: giustizia, amministrazioni pubbliche, ospedali, trasporti... Perfino i musei e i parchi naturali in agosto mantengono a fatica un’attività ridotta al minimo, e invitano gli utenti ad avere pazienza e tornare a settembre. A pieno regime marciano invece tutte le branche (private) dell’industria delle vacanze in senso stretto: gastronomia, alberghi, luoghi di divertimento, fino al posteggiatore abusivo, al borsaiolo e al cicerone improvvisato. Tutti i fenomeni sociali ed economici di addensamento e rarefazione della popolazione potrebbero essere studiati nell’agosto italiano come in un manuale. Mentre nelle città deserte i pochi rimasti devono superare enormi difficoltà per far fronte alle strette necessità della vita quotidiana, le località turistiche della costa, di montagna o delle isole sono talmente affollate, e quindi ingodibili, che ci si domanda come sia possibile che, anno dopo anno, carovane infinite di turisti italiani e stranieri si sottopongano, per lo più a bordo di automobili, al supplizio di questa volontaria deportazione di massa. Tutto è più caro, ogni posto è gremito, la qualità di ogni genere di merce è dubbia, l’affollamento comporta una prova di nervi non inferiore al normale stress urbano, le lunghe file non sono certo un sollievo contro il convulso movimento cui ci si sottopone nel resto del tempo, tutto è più faticoso; infine, proprio nel luogo della vacanza si incontrano per lo più le stesse facce che si hanno davanti tutto l’anno. Se ne manca qualcuna, la si recupera in una delle serate che si organizzano dopo il ritorno per guardare le diapositive e confrontare i record di chilometri percorsi, dislivelli superati e altre prestazioni atletiche. Lo sconvolgimento e il peso estremo che un equilibrio sociale già messo a dura prova deve sopportare, con i disagi e le frustrazioni che ne derivano, non potrebbero manifestarsi in modo più acuto ed evidente.

Naturalmente tutto ciò non riguarda solo l’Italia, ma l’intero mondo «civilizzato», che annovera le vacanze industrializzate fra i suoi marchi di qualità. Ma certe contraddizioni e strozzature della moderna industria del turismo si manifestano in Italia (come avviene anche in altri campi) in modo più crudo ed evidente, perché la società italiana, fino a oggi, non è ricorsa a una cosmesi sociale così efficiente come quella dei paesi industrializzati più ricchi. Proprio l’Italia mostra come non sia possibile trasferire senza danno certe usanze preindustriali (per esempio il «riposo domenicale» di un’intera società) nella dimensione della civiltà industriale.

Ma in Italia le vacanze estive del 1989 hanno evidenziato anche qualcos’altro: con



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